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Che nella fretta dell'assillante lavoro quotidiano ad uno scrittore sfugga un errore, che egli accetti una informazione mal riscontrata, che egli esprima un apprezzamento ingiusto, può apparire ed essere non di rado più leggerezza che colpa. Egli dovrebbe tuttavia pensare che simili leggerezze o inavvertenze possono essere sufficienti, specialmente in epoche di acuta tensione, a suscitare gravi ripercussioni. Volesse Iddio che la storia non registrasse alcuna guerra provocata da una menzogna abilmente diffusa!
Un pubblicista, cosciente della sua missione e delle sue responsabilità, si sente in dovere, se ha divulgato l'errore, di ristabilire la verità. Egli è tenuto di fronte alle migliaia di lettori, sui quali potrebbero fare impressione i suoi scritti, a non rovinare in essi e intorno ad essi il sacro patrimonio di verità liberatrice e di carità pacificante, che diciannove secoli di cristianesimo hanno laboriosamente apportate al genere umano. È stato detto che la lingua ha ucciso più uomini che la spada (cfr. Eccli. 28, 22). Allo stesso modo la letteratura menzognera può divenire non meno micidiale che i carri blindati e gli aeroplani da bombardamento.
Pio XII - 7 de agosto de 1940 ("Il pericolo delle cattive letture")
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